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ScoiattoloGrigio.org
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31 dicembre 2016

I media perugini (24) riportano notizia che nella zona di Ferro di Cavallo (dove gli scoiattoli rossi sono assenti da decenni, ossia da ben prima dell'arrivo degli scoiattoli grigi) verranno apposti cartelli per invitare la cittadinanza a non nutrire gli scoiattoli grigi, adducendo come ragioni le solite fandonie, ovvero i danni che sarebbero causati dagli scoiattoli grigi e la trasmissione di malattie dall'animale all'uomo.  Su quest'ultimo punto in particolare ricordiamo che gli scoiattoli grigi sono presenti in Nord Italia da oltre mezzo secolo senza che si siano mai avute conseguenze sanitarie degne di nota per la popolazione, ma come di consueto chi ha interesse a realizzare il piano di uccisioni preferisce alimentare improbabili paure e pertanto la circostanza viene diligentemente omessa nelle informazioni fornite da coloro che hanno fatto della morte animale la loro missione, e che conseguentemente piu' che biologi dovrebbero chiamarsi tanatologi.
9 ottobre 2016

Siamo stati contattati da uno studio veterinario, e piu' esattamente da L'Arca Ambulatorio Veterinario di Cassano d'Adda, che ci ha inviato un paio di belle foto di scoiattoli e ci ha fatto la cortesia di citarci sul suo profilo Facebook, apprezzando le motivazioni etiche che hanno spinto a creare questo sito e a cercare di opporsi alla strage di scoiattoli grigi.

Per parte nostra non possiamo che ringraziare, e ci piace riportare per intero il post inserito dallo studio e in particolare la sua frase conclusiva: "Il NOSTRO AMBULATORIO si e' preso cura e CONTINUERA' a prendersi cura di OGNI specie animale vivente senza pregiudizio alcuno".  

Chissa' se fischieranno le orecchie a chi invece mette le sue competenze tecniche al servizio di progetti che "si prendono cura" di una specie animale vivente cercando di eliminarla.

2 ottobre 2016

23 morti e 301 feriti.  Senza considerare tra i morti i feriti deceduti successivamente.  Non e' il bilancio di un attacco terroristico, ma e' una sintesi brutale del risultato dell'operazione di eradicazione degli scoiattoli grigi dai parchi di Genova Nervi.

Il sito del progetto rossoscoiattolo (23) infatti informa che in totale sono stati catturati 324 scoiattoli, e che di questi ben 23 (il 7%) sono morti nello studio veterinario, alcuni prima ancora dell'operazione di sterilizzazione, semplicemente per lo stress della detenzione.

Ad essi poi vanno aggiunti quelli che sono deceduti dopo essere stati rilasciati in altro parco urbano e abbandonati al loro destino sanitario, o per complicazioni postoperatorie per le quali a quel punto nessuno poteva piu' aiutarli, o perche' comunque indeboliti, o per incidenti, predazione da parte di animali domestici o difficolta' ad adattarsi in un nuovo ambiente; si ricordera' che su questo sito abbiamo pubblicato le foto di due scoiattoli trovati morti con ancora i punti di sutura ben visibili.

In realta' operazioni di cattura e trasferimento di colonie di scoiattoli (rossi) sono gia' state tentate in passato, e anche senza il peso addizionale dell'operazione chirurgica di sterilizzazione comportano comunque una mortalita' sensibilmente elevata, tanto che in ambito scientifico un'operazione di trasferimento di scoiattoli rossi viene considerata un successo quando la sopravvivenza immediata e' superiore al 75%, e quando all'inizio della successiva stagione riproduttiva la sopravvivenza e' almeno del 50%.  In altri termini, si considera normale e accettabile che il trasferimento abbia come conseguenza una mortalita' fino al 50% nel primo anno, e non c'e' motivo di ritenere che le cose siano particolarmente diverse per gli scoiattoli grigi.

Quando quindi verra' riproposta la cattura e sterilizzazione degli scoiattoli grigi del parco di Legnano le associazioni animaliste e i cittadini stiano in guardia: sarebbe comunque un macello, e non a caso non esiste nessuna informazione su quanti degli scoiattoli grigi traslocati dai parchi di Nervi siano poi sopravvissuti ad un anno di distanza.
2 ottobre 2016

Nella consueta attivita' di ricerca di informazioni sugli scoiattoli grigi abbiamo trovato notizia dell'erogazione da parte dell'Universita' di Genova di 9.000 euro a favore del Dott. Andrea Garrone, per la sua collaborazione alla cattura degli scoiattoli grigi di Genova Nervi e ad altre operazioni correlate svolte tra il 2014 e il 2015 (22).  Abbiamo gia' citato altre erogazioni per complessivi 45.000 euro a favore del Dott. Andrea Marsan e per 7.028 euro a favore del Dott. Emanuele Fasce, e chissa' che altri corrispettivi non ci siano sfuggiti.
30 luglio 2016

Quella in corso e' per l'Europa un'estate inquieta, accompagnata dalle preoccupazioni per la Brexit e da quelle per la tenuta dei sistemi bancari, e drammaticamente segnata da attacchi terroristici nel cuore del continente.

In questo contesto gli euroburocrati orwelliani che decidono i nostri destini hanno approvato in data 13 luglio la prima lista di proscrizione di specie animali e vegetali cosiddette aliene ed invasive (18) (19) (20).

Non sorprendentemente le dichiarate preoccupazioni per l'ambiente cedono pero' parzialmente il passo agli interessi commerciali, dato che per queste specie cattivissime si prevede comunque la possibilita' di "gestirle in modo adeguato alle circostanze specifiche degli Stati membri interessati, anche attraverso la pesca, la caccia, la cattura o qualsiasi altro tipo di raccolta per il consumo o l'esportazione"; al di la' di questi casi di interesse commerciale il principio generale e' che queste specie devono essere eradicate dove possibile, e controllate e gestite dove l'eradicazione non e' fattibile.

La lista comprende anche il procione, e quindi e' probabile che la regione Lombardia ne trarra' spunto per ravvivare la caccia ai malcapitati esemplari che hanno formato una colonia sulle rive dell'Adda, gia' peraltro bersaglio di una convenzione tra il Parco dell'Adda e le Universita' di Milano e dell'Insubria, mirata alla "gestione attiva della popolazione attraverso cattura e rimozione degli esemplari catturati" (21).

E' presente come prevedibile anche la nutria, e tra gli scoiattoli oltre allo Sciurus carolinensis appaiono anche il Callosciurus erythraeus, lo Sciurus niger e il Tamias sibiricus; quest'ultimo altri non e' se non lo scoiattolo tamia, conosciuto anche come scoiattolo giapponese o tamia siberiano, comunemente venduto nei negozi di animali e presente anche in Belgio, Olanda, Svizzera e Germania. E' facile quindi prevedere in un futuro piu' o meno prossimo campagne di persecuzione anche contro questa specie.

La prossima vittima in ordine cronologico della violenza istituzionale potrebbe quindi essere questo animale:

30 luglio 2016

La rivista European Journal of Ecology ha pubblicato un studio intitolato "Alien shades of grey: new occurrences and relevant spread of Sciurus carolinensis in Italy" (16), cui ha dedicato un articolo anche il sito greenreport.it (17).   Il sito greenreport.it molto sobriamente intitola l'articolo "Alieni grigi sopra le nostre teste", dimostrando apparentemente di avere intenzione di fare concorrenza alla casa editrice Mondadori, e alla sua notissima collana di racconti di fantascienza Urania; non aggiungiamo altri commenti, e rinviamo invece alle news 2014, e piu' esattamente a quanto da noi scritto in data 16 febbraio 2014, per chi volesse rinfrescarsi la memoria sul tipo di comunicazione diffusa attraverso quel sito, almeno quando si parla di scoiattoli grigi.

Piu' interessante e' la lettura dello studio, che sostanzialmente documenta vari avvistamenti di scoiattoli grigi avvenuti in Toscana ed in Veneto, ed e' quindi probabilmente propedeutico alla stesura di nuovi piani di sterminio anche in quelle regioni, e alla relativa richiesta di finanziamenti.  Come d'abitudine, nel sostenere la presunta necessita' di eradicazione anche questo studio scientifico non esita a scrivere che lo scoiattolo grigio e' portatore del poxvirus, casualmente dimenticando pero' di precisare che tale virus in Italia non e' mai stato trovato.  Si sa, alle volte gli scienziati sono distratti.

Come prevedibile, nel caso degli scoiattoli veneti si preconizzano future invasioni della penisola balcanica e da li' di tutto l'est europeo, con la consueta sopravvalutazione delle autonome capacita' di espansione della specie, gia' messe seriamente in discussione dallo studio piu' sotto commentato in data 7 febbraio. Infine, spiace constatare che parte non piccola dello studio si basa su segnalazioni spontanee di avvistamenti effettuati da ingenui cittadini, convinti a collaborare a quello che, presentato come un progetto di citizen science, e' in effetti un deliberato piano di pulizia etnica di una specie.
11 giugno 2016

Secondo quanto riporta la BBC (15) in Gran Bretagna e' stato bocciato un piano che prevedeva l'introduzione di scoiattoli rossi sull'Isola di Man; gli esperti hanno infatti concluso che la loro introduzione forzosa avrebbe potuto danneggiare l'habitat dell'isola e hanno anche affermato che gli scoiattoli rossi non sono in pericolo di estinzione in Gran Bretagna e non esiste quindi un motivo scientifico per creare dei rifugi per essi.  Questa affermazione di fatto e' il contrario di quanto fin qui sostenuto dai cosiddetti esperti, siano essi britannici o nostrani.

L'impressione, a dirla tutta, e' che gli scoiattoli rossi siano considerati a rischio di estinzione oppure no a seconda che rappresentino o meno un'occasione di guadagnare cospicui finanziamenti pubblici, possibilmente per periodi prolungati. Per certi ambienti scientifici il modo piu' semplice di ottenere finanziamenti, non solo nel caso degli scoiattoli rossi, e' quello di demonizzare altri animali e di organizzare delle ben remunerate campagne di eradicazione o controllo degli stessi.  Lo scoiattolo grigio da questo punto di vista ha l'indubbio pregio di essere presente in numeri tali da rendere impossibile l'eradicazione, e quindi da rendere perpetua la redditivita' delle operazioni di controllo, che si devono ripetere anno dopo anno.

Diventa quasi superfluo aggiungere che sull'isola di Man non ci sono scoiattoli grigi...
28 maggio 2016

Mentre in Umbria i cosiddetti difensori degli scoiattoli rossi proseguono la loro attivita', andando anche nelle scuole sostanzialmente ad insegnare che cio' che e' straniero e' negativo, da eliminare (13), il che equivale tout court a promuovere un messaggio di xenofobia di cui non si sente proprio il bisogno e i cui frutti avvelenati si vedranno nel tempoandare nelle scuole ad insegnare che ciò che è straniero è negativo, da eliminare, equivale tout court a promuovere un messaggio di xenofobia di cui non si sente proprio il bisogno e i cui frutti avvelenati si vedranno nel tempoandare nelle scuole ad insegnare che ciò che è straniero è negativo, da eliminare, equivale tout court a promuovere un messaggio di xenofobia di cui non si sente proprio il bisogno e i cui frutti avvelenati si vedranno nel tempoandare nelle scuole ad insegnare che ciò che è straniero è negativo, da eliminare, equivale tout court a promuovere un messaggio di xenofobia di cui non si sente proprio il bisogno e i cui frutti avvelenati si vedranno nel tempo., in Gran Bretagna la violenza verso gli scoiattoli grigi raggiunge nuove vette di orrore.  

Viene infatti riportato dalla stampa (14) che il governo inglese sta testando un nuovo tipo di trappola, una specie di pistola ad aria compressa che spara ad altissima velocita' un bullone metallico che dovrebbe sfondare il cranio del malcapitato scoiattolo grigio che dovesse attivare il meccanismo avvicinandosi per prendere il cibo predisposto come esca.

Dato che quella contro gli scoiattoli grigi e' a tutti gli effetti una caccia alle streghe non sorprende che vengano adottate misure che sembrano partorite dai teorici della santa inquisizione, e chissa' che un domani non venga loro in mente di predisporre versioni in scala ridotta della "vergine di Norimberga"...andare nelle scuole ad insegnare che ciò che è straniero è negativo, da eliminare, equivale tout court a promuovere un messaggio di xenofobia di cui non si sente proprio il bisogno e i cui frutti avvelenati si vedranno nel tempo.
30 aprile 2016

Ci e' stata segnalata la costituzione su Facebook di un gruppo in difesa degli scoiattoli grigi torinesi, dal nome "Grey Squirrels for Torino City"; non utilizzando i social media non siamo in grado di fornire maggiori informazioni, che gli utilizzatori di Facebook potranno peraltro reperire in proprio.
13 marzo 2016

La giunta regionale piemontese durante la riunione del 7 marzo ha approvato il progetto di controllo permanente dello scoiattolo grigio per il periodo 2016-2020 (12).  Per gli scoiattoli grigi insomma non ci sara' mai pace; in compenso per alcuni biologi continueranno ad esserci eccellenti possibilita' di utilita' economiche personali.
3 marzo 2016

Riportiamo di seguito quanto segnalatoci da un nostro attento lettore, di cui condividiamo le osservazioni: "Se non fosse tragico sarebbe ridicolo: dato che al Parco della Villa Reale di Monza le catture sono fatte in segreto senza informare i cittadini, la polizia locale ha rimosso una gabbia di cattura considerandola opera di bracconieri, per poi doverla restituire al personale del Parco della Valle del Lambro, nel cui ambito rientra il Parco della Villa Reale. Un altro esempio della politica di tenere nascosta e mettere sotto silenzio la strage degli scoiattoli grigi" (11).
8 febbraio 2016

Elgin Sweetie, la scoiattolina (e' infatti risultata essere una femmina) di cui avevamo parlato in data 3 gennaio, e' morta, o per essere piu' precisi e' stata catturata ed uccisa (10). Non era portatrice del pox virus, non avrebbe potuto dare nessun fastidio e nemmeno riprodursi in assenza di suoi simili nel raggio di 100 Km, e tra l'altro c'erano diversi rifugi disposti ad adottarla, ma nelle facolta' di biologia devono evidentemente avere adottato Mein Kampf fra i libri di testo e quindi e' stata scelta la "soluzione finale".
7 febbraio 2016

"Gli scoiattoli grigi non hanno ucciso gli scoiattoli rossi, siamo stati noi a farlo".  "Gli scienziati affermano che gli umani sono in gran parte responsabili della conquista del Regno Unito da parte degli scoiattoli grigi, e pertanto gli animali non meritano di essere etichettati come i cattivi dei boschi".

Queste e altre simili affermazioni sono apparse sui media inglesi nei giorni scorsi.  Cosa e' successo?  Molto semplicemente, la rivista Biological Conservation ha pubblicato i risultati dello studio "Using DNA profiling to investigate human-mediated translocations of an invasive species" (7) condotto dalla Dr.ssa Signorile dell'Imperial College London, e che vede come coautori Reuman, Lurz, Bertolino, Carbone e Wang.

Molto sinteticamente, lo studio si basa sull'esame del DNA di oltre 1400 sfortunati scoiattoli grigi prelevati da 59 aree in Gran Bretagna, Irlanda e Italia (e da un'area negli Stati Uniti).  Analizzando 4 casi in Gran Bretagna e Italia si e' osservato la similitudine genetica di scoiattoli geograficamente molto distanti fra loro, e geneticamente differenti da quelli presenti nelle zone intermedie, e si e' concluso che questo poteva essere spiegato solo con spostamenti causati dall'uomo, e che quindi l'espansione naturale degli scoiattoli grigi e' probabilmente molto piu' lenta di quanto in  precedenza ipotizzato.

Purtroppo la Dr.ssa Signorile sembrerebbe appartenere anche lei alla categoria di ricercatori che si sentono investiti della missione divina di salvare il mondo dagli alieni, dato che in altro articolo pubblicato dal National Geographic (8) dichiara "sacrosante" le operazioni di eradicazione.  Sacrosanto e' un termine di evidente derivazione religiosa, sacro e santo, e ben indica la mentalita' da improbabili crociati prevalente in alcuni ambienti scientifici.  Non mancano le solite affermazioni relative ai vari danni asseritamente arrecati dagli scoiattoli grigi, tra l'altro "rubando le uova" degli uccelli, e sul punto vale la pena ricordare questo (9) studio pubblicato dall'ICSRS, ma in modo rivelatore si dice che "soprattutto sono nel posto sbagliato", a conferma di un conservazionismo vagamente xenofobo che pensa che gli ambienti naturali debbano a tutti i costi essere mantenuti dall'uomo eternamente uguali a se stessi, cosa assolutamente... innaturale!

Una nota a margine: lo studio dice che in Gran Bretagna e in Lombardia il materiale biologico e' stato ottenuto da scoiattoli uccisi nell'ambito di schemi ufficiali di controllo, mentre in Piemonte sono stati prelevati tessuti di orecchio da scoiattoli catturati e poi rilasciati, in quanto in quella regione non sussistevano schemi di controllo.  Cio' non pare esatto in quanto, secondo un rapporto che il  governo italiano ha presentato alla Convenzione di Berna nel novembre 2015, in Piemonte sono stati uccisi 334 scoiattoli grigi appunto nell'ambito di schemi ufficiali di controllo.

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"Grey squirrels didn’t kill red squirrels, we did".  "Humans are largely responsible for the grey squirrel’s conquest of the UK and therefore the animals do not deserve their billing as villains of the woodland world, scientists claim".

These and other similar sentences appeared on the British media in the last few days.  What happened?  Very simply stated, the journal "Biological Conservation" published the results of the study "Using DNA profiling to investigate human-mediated translocations of an invasive species" (7) conducted by Dr. Signorile of  the Imperial College London together with Reuman, Lurz, Bertolino, Carbone and Wang.

Very synthetically, the study is based on the analysis of the DNA of some 1400 unlucky grey squirrels removed from 59 locations in Ireland, United Kingdom and Italy (and one location in the United States).  By examining four cases in the United Kingdom and in Italy a marked genetic similarity has been observed among squirrels which geographically were very far apart, and were also genetically different from squirrels located in intermediate areas, and it has been concluded that this could only be explained by human-mediated translocations. Therefore most likely the natural expansion of grey squirrels is quite slower than previously thought.

Unfortunately Dr. Signorile as well would seem to belong to the category of researchers who feel they have been assigned the divine mission to save the world from aliens, as in another article published by National Geographic (8) she says that the eradication operations are "sacrosante".  "Sacrosanto" is a word of clear religious origin, sacred and holy, and conveniently shows the mindset of unlikely crusaders prevailing in some scientific environments.  There are also the usual sentences about the damages allegedly caused by grey squrrels, among other things "stealing eggs" of birds, and on this issue it is worthwhile to mention this (9) study published by ICSRS, but in a revealing way it is stated that "above all they are in the wrong place", which confirms a vaguely xenophobic conservationism inclined to think that natural environments must at all costs be maintained by man as eternally equal to themselves, which is absolutely... unnatural!

A marginal note: the study says that in UK and in Lombardy the biological material has been obtained from squirrels killed within the official control schemes, while in Piedmont tissue samples were taken from the ears of live-trapped squirrels as in that region there was no official control.  This does not seem to be correct as, according to a report by the government submitted to the Bern Convention in November 2015, in Piedmont 334 grey squirrels had been killed within official control schemes.
10 gennaio 2016

I sostenitori dell'eradicazione degli scoiattoli grigi in Italia, non potendo piu' negare che il poxvirus dalle nostre parti non si e' mai visto (e gli scoiattoli grigi sono qui da 70 generazioni), affermano che comunque i grigi sono responsabili dell'estinzione locale dei rossi, e citano il caso del Piemonte, presentando grafici come quelli sottoriportati che evidenzierebbero come nel periodo tra il 1970 e il 2010 gli scoiattoli rossi si sarebbero estinti nel 62% dei posti prima occupati.  Su cosa si basino questi grafici e quale sia il grado di (in)attendibilita' delle conclusioni tratte e' quanto andremo a commentare di seguito.


Per prima cosa va detto che il documento alla base dei grafici e' uno studio del 2013 di Bertolino e altri, intitolato "A grey future for Europe: Sciurus carolinensis is replacing native red squirrels in Italy" (2).

Sulla base di quello studio effettivamente a prima vista si potrebbero trarre conclusioni di quel tipo; e' un peccato pero' che a ben vedere lo studio contenga qualche lacuna, e soprattutto che sia almeno parzialmente contraddetto da quanto riportato da altri due studi, uno del 2010 intitolato "Headcount 2010: the multiplication of the grey squirrel introduced in Italy"(3), e l'altro del 2000 intitolato "Native and alien squirrels in Italy" (4).  Curiosamente tutti e tre gli studi vedono come autore Bertolino, mentre sia lo studio del 2010 che quello del 2013 hanno tre coautori in comune, e piu' esattamente Preatoni, Wauters e Martinoli.

Lo studio del 2013, come menzionato, parla della popolazione di scoiattoli grigi in Piemonte nel periodo 1970-2010, ma e' lo stesso Bertolino assieme ai suoi colleghi nel 2010 ad affermare che "esiste tuttora una mancanza di conoscenza di dettaglio della distribuzione e della dimensione delle popolazioni locali per tutte le aree di presenza", che come minimo significa che nello studio del 2013 si traggono conclusioni nette sulla base di dati insufficienti.  Da notare poi che nel testo inglese le "aree di presenza" sono indicate come aree dove si sa o si suppone che sia presente lo scoiattolo grigio, ad ulteriore dimostrazione dell'aleatorieta' dei dati.

In effetti per il periodo 1970-1990 la presenza/assenza di scoiattoli pare basarsi principalmente su evidenze aneddotiche, ovvero su questionari distribuiti a cacciatori, allevatori, contadini ecc.; come riportano le cronache dei giornali non sono poi infrequenti i casi in cui un cacciatore ne uccide un altro (l'ultimo giusto alla vigilia di Capodanno) salvo poi dire "ops, mi spiace, l'avevo preso per un cinghiale".  Non e' difficile immaginare quanto siano bravi questi rilevatori di presenze a distinguere gli scoiattoli, ed e' solo dal 1990 in poi che si dispone di dati raccolti con qualche parvenza di metodicita' da personale universitario.

Lo studio del 2013 appare inoltre viziato da un pregiudizio tale da influenzarne le conclusioni in un determinato senso (quello desiderato?), dato che gli avvistamenti di scoiattoli grigi e di scoiattoli rossi non vengono trattati nella stessa maniera: "Si e' ritenuto che gli scoiattoli grigi fossero presenti in un riquadro della griglia (in cui e' stata idealmente suddivisa l'area esaminata - n.d.r.) dall'anno in cui sono stati registrati per la prima volta, senza tenere conto di una possibile estinzione e successiva ricolonizzazione dei boschi. Gli scoiattoli rossi sono stati eliminati dai riquadri quando non sono stati registrati nel periodo tra due successive ispezioni". E' chiaro che per una valutazione equa occorre trattare nello stesso modo gli stessi eventi che occorrono alle due specie. Cosi' apparentemente si e' scelto di non fare, trattando in un certo modo un certo evento solo se capitava agli scoiattoli grigi, e in un altro modo un altro evento solo se capitava agli scoiattoli rossi, e questo riduce inevitabilmente l'attendibilita' dello studio.

Tornando ai grafici, bisogna anche ricordare che stiamo parlando di una zona nella pianura padana, ed e' lo stesso Bertolino a dire che "Il paesaggio nella pianura padana dove si stanno espandendo gli scoiattoli grigi e' caratterizzato da pochi boschi di latifoglie o misti di elevata qualita' dispersi in una matrice di habitat aperti" (per non parlare delle zone industrializzate o in corso di industrializzazione - n.d.r.), e che "La maggior parte dell'area pianeggiante e collinare e' coperta da terre agricole (37%) e pascoli (terreni a foraggio e prati, 13%). I boschi sono principalmente sparsi tra le aree collinari, le Alpi e gli Appennini, e sono estremamente ridotti nei bassipiani".  In altri termini questo non e' esattamente l'habitat piu' favorevole per gli scoiattoli rossi, la cui presenza e' come prevedibile piu' forte sulle colline e sui monti.

Se si guardano i grafici, stiamo parlando soprattutto di aree e di citta' immediatamente a sud di Torino, che negli ultimi anni hanno subito un processo di crescente urbanizzazione e con il passare del tempo stanno tendendo a congiungersi con la grande citta' fino a diventarne la sua periferia meridionale.  Per esempio, la asserita sparizione dello scoiattolo rosso e' piu' evidente nella zona di Carmagnola, citta' che nel periodo 1971-2011 ha visto un aumento del 26% della sua popolazione (5), principalmente a causa dell'immigrazione di persone impiegate nelle industrie di Torino.  Lo stesso sito ufficiale del Comune menziona una massiccia immigrazione e una veloce espansione urbana (6).

E' fin troppo facile supporre che sempre piu' aree favorevoli siano scomparse o siano diventate eccessivamente frammentate e che abbiano lasciato spazio ai nuovi insediamenti urbani; in ogni caso, su un totale di 9572 ettari sotto la giurisdizione del Comune, ormai solo 156 (1,6%) sono coperti da boschi (5). Non c'e' davvero da meravigliarsi se gli scoiattoli rossi faticano a sopravvivere in questo tipo di ambiente.

Almeno una menzione particolare merita lo studio del 2000, perche' in quello studio Bertolino scriveva che in Italia gli scoiattoli rossi erano comuni sui monti e sulle colline, mentre in pianura la specie era in pericolo e in declino a causa di un'elevata frammentazione dell'habitat e in Piemonte le estinzioni locali erano ormai comuni; sempre secondo quello studio nel 1994 gli scoiattoli rossi erano presenti solo nel 28% delle aree boschive esaminate in pianura (cioe' erano assenti nel 72% delle aree).  Dieci anni dopo sembra che il mondo accademico abbia valutato che combattere la frammentazione dell'habitat e' una lotta troppo difficile, mentre e' molto piu' semplice una buona vecchia caccia alle streghe, per la quale per di piu' si possono ottenere finanziamenti.  D'altronde lo scoiattolo rosso non e' certo presente solo in Gran Bretagna ed Italia ma anche nel resto d'Europa ed in Asia, ed e' in declino anche li' pur in assenza di scoiattoli grigi, e dunque?

A margine, lo studio del 2000 informa anche che fino al 1977 gli scoiattoli rossi erano regolarmente cacciati in Italia, ed erano considerati dannosi per le foreste, esattamente come e' successo in Gran Bretagna, e qui come la' quando sono diventati troppo pochi per potere trarre profitto dal loro "controllo" sono improvvisamente assurti ad icone da salvare, e si sono trovati nuovi e piu' numerosi (e quindi piu' redditizi) mostri da additare all'opinione pubblica, cioe' gli scoiattoli grigi.

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Supporters of the eradication of grey squirrels in Italy cannot deny anymore that the poxvirus has never been seen in this country (and grey squirrels have been here for 70 generations).  Nevertheless, they state that grey squirrels are anyway responsible for the local extinction of red squirrels and mention the case of Piedmont, showing graphs like the ones above which should underline how between 1970 and 2010 red squirrels would have become extinct in 62% of the areas previously occupied.  What is the basis of these graphs and how (un)reliable are the conclusions which are drawn is what we are going to comment.

First of all we must say that such graphs are based on a study of 2013 from Bertolino and others, titled "A grey future for Europe: Sciurus carolinensis is replacing native red squirrels in Italy" (2).

In fact at first sight on the basis of that study one could draw similar conclusions; however it is a pity that at a deeper look the study contains some gaps, and above all is at least partially contradicted by two different studies, one of the year 2010 titled "Headcount 2010: the multiplication of the grey squirrel introduced in Italy" (3), and the other one of the year 2000 titled "Native and alien squirrels in Italy" (4).  Curiously enough, all the studies have Bertolino as author, while both the 2010 and the 2013 study have three other authors in common, i.e. Preatoni, Wauters and Martinoli.

The 2013 study, as mentioned, speaks of the population of grey squirrels in Piedmont between 1970 and 2010, but the same Bertolino together with his colleagues in 2010 states that there is a lack of detailed knowledge on grey squirrel distribution and population size of local populations in all areas of presence, which at the very least means that the 2013 study draws strong conclusions on the basis of insufficient data.  It is also to be noted that in the English text the areas of presence are indicated as areas where grey squirrels are known or believed to be present, which further shows how aleatory are these data.

Actually for the period 1970-1990 the presence/absence of squirrels seems to be based on anecdotal evidence, i.e. on questionnaires distributed to hunters, farmers and so on; as reported by newspapers, it not so infrequent reading of a hunter who kills another hunter (the last case just before New Year's Day) and then says "ops, so sorry, I took him for a wild board".  It is not so difficult to imagine how good are these data collectors in distinguishing squirrels, and it is only since 1990 that data collected in a more or less methodical way from university personnel are available.

The 2013 study also seems compromised by a bias which may have influenced its conclusions towards a certain direction (the desired one?), as sightings of grey and red squirrels are not treated in the same way: "It was assumed that grey squirrels were present in a grid square from the year they were first recorded, regardless of a possible extinction and successive recolonization of woodlands. Red squirrels were deleted from squares when they were not reported in the period between two successive surveys". It is clear that for a fair evaluation events happening to the two species must be treated in the same way.  Apparently it was chosen not to do so, and a certain event seems to have been treated in a certain way only if it happened to grey squirrels, while another event seems to have been treated in a certain way only if it happened to red squirrels, and this unavoidably decreases the reliability of the study.

Back to graphs, it is also to be reminded that we are talking of an area in the Po plain, and it is the same Bertolino to say that "The landscape in the Po Plain where grey squirrels are spreading is characterized by few high quality broadleaf or mixed woodlands dispersed in a matrix of open habitats" (not to mention industrialized or under industrialization zones), and that "Most of the plain and hilly area is covered by agricultural lands (37%) and grasslands (pastures and meadows, 13%). Woodlands are mainly spread across the hilly areas, Alps, and Apennines, and extremely reduced in lowlands".  In other words, this is not exactly the most favourable habitat for red squirrels, whose presence as predictable is stronger on hills and mountains.

If we look at the graphs, we are mainly speaking of areas and towns immediately south of Turin, which in the last few years have endured a process of growing urbanization.  With time such areas and towns are going to connect with the big town and to become its southern suburbs.  For instance, the alleged extinction of the red squirrels is more evident in the Carmagnola area; Carmagnola is a town which in the period 1971-2011 has seen a 26% increase of its population (5), mainly because of the immigration of people employed in the industries of Turin.  Even the official site of the municipality mentions a massive immigration and a quick urban expansion (6).

It is easy to presume that more and more favourable areas have disappeared or have become excessively fragmented in order to leave room to the new urban settlements; anyway, on a total of 9572 hectares under the jurisdiction of the municipality, by now only 156 (1,6%) are covered by woodlands (5).  No wonder red squirrels struggle to survive in this kind of environment.

At least a special mention is deserved by the 2000 study, since in that study Bertolino wrote that in Italy red squirrels were common on mountains and on most of the hills, while in the plains the species was endangered and declining because of a high habitat fragmentation and in Piedmont local extinctions were common; always according to that study in 1994 red squirrels were present just in 28% of the wood areas investigated in the Po plain (i.e. they were absent in 72% of the areas).  Ten years later it seems that the academic world has assessed that fighting habitat fragmentation is too difficult as a battle, while a good old witch hunt is much easier, and you can also obtain funding for it.  Then again red squirrels are not limited to United Kingdom and Italy, they are present in the rest of Europe and in Asia as well, and their population is declining there as well although there are not grey squirrels, so what?

Besides, the 2000 study informs that till 1977 red squirrels used to be regularly hunted in Italy and were considered as pests for the forests, exactly as it happened in the United Kingdom.  Here and there when they became too few to enable profits from their "control" they suddenly became an icon to be saved, and the public opinion was served with new monsters (the grey squirrels) in larger numbers, and therefore more profitable.
3 gennaio 2016

I giornali e i media scozzesi si sono interessati in questi giorni al caso di "Elgin Sweetie", come e' stato affettuosamente denominato uno scoiattolo grigio apparso nella contea di Moray, e piu' esattamente nella cittadina di Elgin (1).  La circostanza indubbiamente strana e' che la piu' vicina colonia di scoiattoli grigi nota dista circa 100 km dalla citta', per cui l'avvistamento dello scoiattolo grigio ha destato parecchia sorpresa e anche la prevedibile reazione pavloviana dei gruppi conservazionisti di asserita tutela degli scoiattoli rossi, e segnatamente di Saving Scotland’s Red Squirrels (SSRS) che ha immediatamente decretato la condanna a morte dello scoiattolo e iniziato a predisporre in zona gabbie trappola per catturarlo ed ucciderlo.

A contrastare tale decisione e' intervenuto l'Interactive Centre for Scientific Research about Squirrels (ICSRS) sostenendo che non c'e' nessuna necessita' di uccidere lo scoiattolo in quanto ha gia' individuato un rifugio per animali nell'Aberdeenshire disposto ad accogliere lo scoiattolo per il resto della sua vita, e che anzi sono parecchi i rifugi che hanno dato la propria disponibilita' ad ospitare Elgin Sweetie. L'ICSRS puntualizza anche che il pox virus non e' presente tra gli scoiattoli grigi della Scozia centrale e settentrionale, che i test del DNA richiesti da SSRS possono tranquillamente essere eseguiti da qualunque veterinario senza necessita' di sopprimere l'animale, e contesta anche sul piano legale che l'uccisione dell'animale sia un obbligo come sostenuto da SSRS.

Migliaia di persone hanno scritto per sostenere la richiesta di ICSRS, e in effetti se e' possibile accogliere lo scoiattolo in un rifugio, dove non potrebbe dare alcun fastidio a nessuno, non si capisce perche' bisognerebbe ucciderlo a tutti i costi se non per consolidato disprezzo della vita e volonta' di affermare il proprio potere.  Purtroppo pero' sembrano essere proprio questi i connotati dell'agire di certi ambienti "scientifici", e infatti SSRS ha respinto la richiesta e sta proseguendo la caccia allo sfortunato scoiattolo.  La cosa non ci meraviglia ed e' conforme a quanto possiamo constatare anche in Italia.  Come dettagliato nella sezione "Etica" ricordiamo infatti che gia' in uno studio del 2000 l'Universita' di Torino segnalava la presenza in Italia anche di altre specie di scoiattoli non native dei nostri territori, tra cui lo scoiattolo giapponese, la cui presenza era stata osservata in varie regioni italiane.  Ebbene, lo studio osservava che tale specie sembra convivere tranquillamente con gli scoiattoli rossi, e cio' nondimeno ne proponeva comunque lo sterminio completo a titolo precauzionale.
(1) Articolo su Inside Moray
(2) Studio del 2013 "A grey future for Europe"
(3) Studio del 2010 "Headcount 2010"
(4) Studio del 2000 "Native and alien squirrels in Italy"
(5) Provincia di Torino - scheda del Comune di Carmagnola
(6) Sito del comune di Carmagnola
(7) Articolo su Biological Conservation
(8) Articolo su National Geographic
(9) Studio pubblicato dall'ICSRS
(10) Articolo su The Northern Scot
(11) Articolo su Il Giorno
(12) Sito della Regione Piemonte
(13) Progetto squirrels@school di U-Savereds
(14) Articolo su The Huffington Post
(15) Articolo sulla BBC
(16) Studio sull'European Journal of Ecology
(17) Articolo su greenreport.it
(18) Commissione Europea - comunicato stampa
(19) Commissione Europea - Questions and answers
(20) Gazzetta ufficiale dell'Unione europea
(21) Convenzione tra parco dell'Adda e Universita' per la rimozione dei procioni
(22) Sito dell'Universita' di Genova
(23) Sito del progetto rossoscoiattolo
(24) Articolo su Perugia Today

Dicembre 2016
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